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Sur les mains '' ''
19 mars 2009

Sogno di Sicilia


 Ero in un luogo particolare, sentivo l’odore del pesce e anche quello delle panelle, camminavo nelle montagne imponenti e anche nelle stradine strette, sentivo il rumore del mare e quello delle voci musicali dei passanti che cantavano la loro gioia di vivere nei miei orecchi. Il sole scaldava la mia pella bianca di parigina, caricando nello stesso tempo il mio cuore di calore e di felicità. Gli Italiani sorridevano e mi mostravano la loro città, il loro universo. Camminavamo insieme in tutta la città, prendevamo un gelato poi correvamo sulla spiaggia e la sera giravamo per le strade per vedere la città di notte. La vita aveva un altro sapore, tutto era semplice, bello, piacevole. SICILIA.

 Nel mio sogno visitavo delle chiese piene di dorature e vedevo dei tempi grecchi. Mi fermavo a volte un attimo per osservare il paesaggio. La luce della fine del pomeriggio non mi abbagliava più, il mare azzuro aveva spirato i raggi del sole siciliano tutta la giornata e risplendeva, luminoso. Il riflesso del cielo senza nuvole luccicava in superficie. La natura attorno si stendeva all’infinito dietro di me, pinta di un misto di verdi diversi e numerosi così ricchi come le Nymphéas del vecchio Monet, tra le foglie degli alberi e l’erba che mi solleticava i miei piedi nudi. SICILIA.

 Il vento del Sud ancora mi mormorava di riccordarmi di lui quando mi sono svegliata. Sentivo ancora la dolcezza dell’inverno palermitano quando mi sono svegliata. Sentivo ancora l’armonia e la polifonia delle risate degli Italiani quando mi sono svegliata. SICILIA. E allora la realtà ci recupera, la realtà crudele. Ritorno alla vita quotidiana. Ritorno alla routine. Ritorno alle abitudini. Gelosia del passato, nostalgia temuta.

 Tornerò, Sicilia, tornerò. Un giorno, non mi aspetterai e verrò a ritrovarti, porterò con me un pezzo di Francia, una boccata di Parigi, ti offrirò un campione del mio cuore. Forse fra due mesi, forse fra dieci anni, chissà ? Isola gioiosa, non ti dimenticherò. SICILIA.


M.

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